2023
Vi racconto un aneddoto, per me molto significativo.
Tempo fà, sono stata invitata a fare un intervento sulla dismorfofobia (patologia caratterizzata dall'eccessiva ed esagerata preoccupazione per i propri difetti fisici) nell'alveo di giornata dedicata al tema del "body shaming" in un liceo di Reggio Calabria.
Mentre stavo preparando la mia relazione per gli alunni delle classi quinte, mi sono imbattuta sui social in una pubblicità di una nota casa di assorbenti interni. La protagonista di questa sponsorizzata era una modella non sottopeso ritratta in spiaggia con un bikini azzurro. Fin qui, tutto normale…
A catturare la mia attenzione sono stati i commenti, assolutamente non "normali" sotto al post: insulti che andavano dal «Ma è obesa!» al «Sembra una portaerei…».
Qualcuno si è spinto molto in là, fino a suggerirle una chirurgia bariatriaca…
Secondo voi, quale è stata la mia prima reazione a commenti di questo tipo?
Indignazione? Sì, certo ed anche veemente, sentita.
Schifo? Sì, o qualcosa di simile, visto e considerato che il "mondo dei social" lo conosciamo tutti… E poiché un pò lo conosco, lo frequento il minimo indispensabile.
Ma incappare in questo post è stato per me anche uno spunto per diverse riflessioni.
La prima. Bene ha fatto l'azienda a scegliere quel tipo di comunicazione e quella modella: non una silfide; talmente normale, bella e solare da corrispondere realmente ad una ragazza come ce ne sono tante.
Se questa scelta si stata dettata da una reale volontà di "normalizzare" il marketing e creare una nuova consapevolezza in tal senso, o semplicemente sia stata perseguita per meri motivi commerciali e di promozione del proprio marchio, poco importa in questa analisi. Sia come sia, almeno "qualcosa si muove".
E non è sufficiente a mio avviso; il tema è più ampio, tocca aspetti culturali. Non si può pensare che solo la magrezza abbia senso di esistere. C'è un mondo di sfumature infinite.
Non sto facendo un inno al sovrappeso o all'obesità ma credo che sia tempo di sdoganare l'utilizzo esclusivo di quel tipo di cliché . E siamo noi a dover intervenire.
La seconda. Probabilmente la modella di quella pubblicità sa quale siano le bassezze dei commenti sui social ed altrettanto probabilmente è una professionista preparata ed avvezza a queste dinamiche. Rischi del mestiere.
Ma - mi chiedo e vi chiedo - quando si tratta di una foto o di un post di una ragazza che fa tutt'altro nella vita, che studia o che lavora in un ufficio?
Magari di un'adolescente con tutta la vita davanti con le sue battaglie quotidiane da affrontare giorno per giorno?
Non si può minare la sua esistenza considerando come unica cosa importante il suo mero aspetto fisico, creando così disagi emotivi e portandola a non accettare il proprio corpo.
Criticare ed insultare una persona solo perché l'idea diffusa è quella che "si è belli solo se si è magrissimio" è veramente una distorsione pericolosa che può avere effetti devastanti per chi ne è vittima.
"Magrissimo uguale bellissimo", "sti c…..!" Questo paradigma deve essere abbandonato o quantomeno corretto, ricalibrato. Ben vengano (ma non bastano) le sfilate delle modelle curvy per sdoganare questo pensiero deviato, che miete sempre più vittime tra i giovanissimi.
Bisogna aiutare le giovani generazioni ad accettarsi nonostante i "difetti" - reali, indotti o presunti che siano - e siamo noi che dobbiamo dare loro l'esempio. Come? Ho alcune idee e ve ne parlerò in un prossimo post.
Sarei curiosa intanto di sapere il vostro punto di vista
In conclusione, prendo in prestito una intelligente dichiarazione di Billie Eilish, cantautrice statunitense vittima dichiarata di body shaming :
"Siamo noi a definire chi siamo, siamo noi a decidere cos'è che vale".
A presto, Nadia
1 Commento
Body shaming
Condivido in pieno le tue considerazioni. A proposito di social, su tik tok quest'estate si giocava la Boiler Summer Cup. I giovani maschi che partecipavano al gioco pubblicavano le prove degli "abbordaggi" in discoteca di ragazzine coetanee sovrappeso. Il punteggio attribuito era tanto maggiore quanto più in carne era la conquista. Non so se ci giochino ancora, date le reazioni che hanno (giustamente e fortunatamente) provocato. La cosa mi ha procurato, oltre allo sdegno immediato, un senso di impotenza e sconforto. Che ragazzi stanno crescendo?
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